Mi chiamo Vincenzo, ho 67 anni e sono un pensionato.
La “Psoriasi” ha manifestato la sua presenza da poco più di due anni, al culmine di un periodo della mia vita intriso di momenti di stress, dai quali non riuscivo a difendermi in modo adeguato. La diagnosi è stata immediata, individuata come risposta del sistema immunitario allo status emotivo di cui ero succube.
Successivamente ho scoperto anche una predisposizione genetica, scoprendo che altri due miei cugini soffrono della stessa patologia. Ho contattato alcuni dermatologi per avere un quadro esatto della situazione, e tutti hanno diagnosticato che soffrivo di psoriasi “guttata”, ma i risultati delle cure alle quali, volta per volta, dovevo sottopormi non ottenevano nessun effetto.
“La malattia ha avuto una progressione velocissima. In pochi mesi ha raggiunto lo stato di “severa” costringendomi a cambiare stile di vita e impegni sociali.”
Ho rallentato l’impegno come volontario in Associazioni che operano a livello locale, e ho rinunciato ad un impegno politico come Assessore del mio Comune.
Fortunatamente ho avuto un indispensabile aiuto da mia moglie, che nei primi mesi è stata una presenza costante, accompagnandomi alle visite presso la Clinica Dermatologica del Sant’Orsola di Bologna e alle Terme per i trattamenti consigliati.
Un giorno ho avuto la fortuna di imbattermi, tramite internet, in una notizia per me nuova: a Bologna era operante una Fondazione e un’Associazione che aveva lo scopo di aiutare le persone che hanno le mie problematiche. Così ho avuto la possibilità di conoscere questa realtà, collaborare con loro come volontario e cercare di fare tesoro dei consigli e suggerimenti delle persone che vi operano.
Mi è stato suggerito di farmi visitare da una specialista della clinica del Sant’Orsola e la Fondazione, su prescrizione medica, mi ha dato la possibilità di curarmi a domicilio, con l’utilizzo di una macchina per la fototerapia.
I primi tempi sono stati decisamente difficili, perché vedevo queste macchie allargarsi sempre di più, dandomi l’impressione di essere osservato e additato come untore. Non riuscivo ad accettare questo stato di cose, e sentivo di essere in procinto di entrare in un tunnel buio e terribile. Sono da evitare i comportamenti che portano ad un isolamento dalla vita sociale, e contattare gli specialisti del settore dermatologico, che in riferimento alle singole condizioni di gravità sapranno consigliare le cure necessarie.