la dieta come medicina

Nutraceutica e patologie croniche della pelle: ecco come orientarsi tra diete e integratori

Abbiamo intervistato il Professor Arrigo Francesco Giuseppe Cicero, Presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINut) e Professore associato presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche presso l’Università di
Bologna

Professor Cicero, per prima cosa, ci può chiarire cosa si intende per “nutraceutica”?
La nutraceutica è una branca mista tra farmacologia e dietologia e studia i meccanismi in azione e l’efficacia di integratori naturali per lo più derivati dalla compagine alimentare, ma anche dal mondo naturale in senso più
lato (quindi piante, medicinali e quant’altro). Questi integratori sono considerati alla stregua di medicine e farmaci “soft”, più adatti a un utilizzo generale.


Ci sono cibi amici per chi soffre di malattie infiammatorie come psoriasi e dermatite atopica?
Assolutamente sì. Diciamo che più che singoli alimenti si parla in generale di diete antinfiammatorie. Per quanto banale, l’indicazione di massima è quella di una dieta sana per tutti, ma è chiaro che chi ha problemi infiammatori dovrà avere un’attenzione in più soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di vegetali e l’idratazione.
Bene frutta secca e pesce, in particolare quello azzurro. Sotto questo punto di vista, non dimentichiamo che la parte sana è quella più grassa che contiene Omega 3 e si trova nella pelle e nella testa e non quella muscolare che siamo più abituati a mangiare. Altre fonti interessanti di antinfiammatori naturali sono le bacche. Oggi c’è grande attenzione a mirtilli, more e lamponi. In questo caso bisognerà stare molto attenti ai prodotti che consumiamo, perché il forte aumento del loro consumo, unito alla ricerca di prezzi convenienti, può portare a consumare alimenti di bassa qualità
che, oltre a contenere pochi antiossidanti e poche sostanze antinfiammatorie, possono avere contaminanti ambientali di vario tipo. Un gioco piuttosto pericoloso, per cui bisogna muoversi con estrema cautela

Come fare quindi a distinguere i prodotti genuinamente sani da quelli “fintamente sani”?
È importante imparare a leggere le etichette, che però, va detto, non sono sempre facilmente comprensibili. Il rischio è quello di cadere in quelle che io chiamo “fregature commerciali”. Ad esempio: quando leggiamo la dicitura “Senza zuccheri aggiunti”, dovremmo verificare se il concetto di “zucchero” faccia riferimento solo al glucosio o meno. Non è raro trovare prodotti che contengono dolcificanti artificiali, sciroppo di mais o sciroppi derivati dalla frutta ad alta
concentrazione di fruttosio, che è decisamente pro-infiammatorio. Se non siamo sicuri, è sempre meglio farsi una spremuta o un centrifugato di frutta, che sono sicuramente più salutari e sul cui contenuto possiamo essere più che certi.

Ci si può avvalere di integratori nella cura di psoriasi e dermatite atopica?
Sì, ma senza sperare nei miracoli. Va detto che l’uso di questi prodotti ha due risvolti poco piacevoli: i costi a cui si va incontro e la possibile insorgenza di difficoltà di digestione, che talvolta accompagna i derivati del pesce. Vi sono poi estratti vegetali che svolgono un’azione antinfiammatoria interessante, per esempio la curcumina, derivata dalla curcuma. Quest’ultima, al contrario degli antinfiammatori classici, non causa danni alle articolazioni è gastro lesiva. Infine, ogni trattamento va personalizzato alla singola persona. Ad esempio, chi ha problemi articolari dovrebbe assumere integratori specifici per le articolazioni come i condroprotettori (Glucosamina solfati e Condroitin solfato).

C’è qualcosa che invece andrebbe evitato per quanto riguarda cibi e integratori?
Per quanto riguarda gli integratori, vanno evitati quegli antinfiammatori che agiscono come gli antinfiammatori di sintesi, come l’artiglio del diavolo e il salice bianco, che hanno un’azione in tutto simile a un Diclofenac o un Ketoprofene. Dal punto di vista degli alimenti, indubbiamente va evitato tutto ciò che è pro-infiammatorio: alimenti
al alto indice glicemico, zuccheri semplici – in particolare margarine contenute nei prodotti di bassa qualità – e soprattutto i carichi calorici superiori alle necessità metaboliche.

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