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Quale biologico per quale paziente?

Abbiamo accesso a soluzioni capaci di mantenere l’infiammazione spenta nel tempo? Raggiungere un PASI 100 duraturo che ci consenta il controllo della malattia con efficacia assoluta? Migliorare la qualità di vita e la sostenibilità del sistema?

Ce ne parla il Dr Piergiorgio Malagoli

Oggi, il mondo scientifico dermatologico possiede numerose frecce da scoccare per combattere la psoriasi: i farmaci biologici.
Sono molecole differenti per meccanismo d’azione e tempi di somministrazione. Cerchiamo di capire insieme le loro caratteristiche e i tempi di somministrazione. La prima classe introdotta è quella degli Anti tnf-alfa: la più utilizzata tra queste è sicuramente ADALIMUMAB, efficace su psoriasi e artrite psoriasica con tempi di somministrazione ogni 14 gg. Alla stessa classe appartengono ETANERCEPT, con somministrazione settimanale e INFLIXIMAB che richiede infusione parenterale ogni 8 settimane. In generale, pur efficaci, gli Anti tnf-alfa non raggiungono i livelli di risposta dei biologici più recenti.
Il secondo farmaco introdotto è stato USTEKINUMAB, inibitore di interleuchina 12/23. E’ una molecola che ha elevato
i livelli di risposta alla psoriasi, garantendo efficacia e mantenimento nel tempo della risposta, con tempi di somministrazione estremamente comodi, ogni 12 settimane.
Gli inibitori di interleuchina 17 hanno rivoluzionato il concetto di risposta cutanea, permettendo una pressoché totale scomparsa delle chiazze psoriasiche, con un profilo di sicurezza sempre maggiore. La prima molecola approvata è stata SECUKINUMAB, ancora oggi la più utilizzata dai dermatologi italiani. I tempi di somministrazione sono una penna preriempita ogni 4 settimane.
IXEKIZUMAB è la seconda molecola introdotta degli inibitori di interleuchina 17, estremamente efficace sulla pelle e prima scelta per i pazienti con concomitante artrite psoriasica. 4 settimane è l’intervallo di BRODALUMAB è la terza molecola oggi prescrivibile della suddetta classe, con un meccanismo di azione differente, anti recettore. Molto rapida, prevede una iniezione sottocute ogni 14 giorni. BIMEKIZUMAB, di recentissima introduzione, anch’essa con un meccanismo differente dalle precedenti, sembra mostrare un profilo di efficacia elevato sia sulla componente cutanea che su quella articolare, con tempi differenti dai suoi “compagni di classe” in termine di tempi di somministrazione:
ogni 8 settimane tramite penna preriempita. Grazie al blocco duale delle subunitá A e F presenta un mec-canismo d’azione differente nell’ambi-to degli inibitori della Interleuchina 17. Questo lo distingue e ne permette un utilizzo anche sui pazienti failure con farmaci della medesima classe. L’ultima classe introdotta per trattare la
psoriasi è quella degli inibitori dell’interleuchina 23. GUSELKUMAB, il primo approvato, è l’evoluzione di USTEKINUMAB, precedentemente citato: più efficace, ottimo profilo di sicurezza, e tempi di somministrazione ogni 8 settimane. RISANKIZUMAB , della stessa classe, presenta risultati in termini di “pelle pulita” estremamente promettenti con 2 iniezioni sottocute ogni 12 settimane. TILDRAKIZUMAB è l’altro farmaco della classe degli inibitori dell’interleuchina 23, con efficacia e sicurezza mantenuta nel tempo con una iniezione sotto cute ogni 12
settimane.
In termini generali gli inibitori di interleuchina 17 e 23, oltre ad essere sicuramente più performanti rispetto alle classi introdotte in precedenza (anti tnf-alfa e anti il 12/23 hanno un profilo di sicurezza elevatissimo anche in quei pazienti con patologie associate (diabete, ipertensione, cardiopatici ecc) già in trattamento con altri farmaci; questo permette un uso continuativo, senza interruzioni, in assenza di effetti collaterali sul breve e sul lungo periodo.

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